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Anno 30 - 5 aprile 2018 


Le iniziative della CIDA per la tutela delle nostre pensioni

di Giorgio Ambrogioni (Presidente della CIDA) e Stefano Cuzzilla (Presidente di Federmanager) - 24 novembre 2015

[Pubblichiamo più che volentieri, perché riguarda in pieno anche la nostra categoria, questo messaggio dei Presidenti della CIDA e di Federmanager (che è l'associazione più rappresentativa all'interno della CIDA) intorno all'attuale problematica politico-sindacale delle pensioni. Li ringraziamo vivamente per quanto stanno mettendo in atto in difesa dei legittimi interessi dei pensionati presenti e futuri di tutte le categorie di dirigenti pubblici e privati nel nostro Paese. N. d. R.)

Caro Collega,
desideriamo informarti sulle azioni che abbiamo in essere per tutelare la tua pensione in modo quanto più possibile efficace nei confronti del Legislatore e del Governo.

La Corte Costituzionale - su iniziativa di Federmanager e Manageritalia, le due federazioni più rappresentative della CIDA - con la sentenza 70/2015 ha dichiarato illegittimo il blocco dell’indicizzazione delle pensioni operato dalla Legge Fornero e relativo al biennio 2012-2013. Il Governo ha ritenuto di dare risposta a detta Sentenza con il DL 65/2015 convertito nella Legge n. 109/2015: poiché tale decreto esclude dal rimborso pressoché tutti i nostri pensionati, la CIDA, d’intesa con le Federazioni associate, si è attivata presso alcuni Tribunali per ottenere un nuovo pronunciamento di incostituzionalità. Si è svolta già un’udienza in data 28 ottobre u.s. e il Tribunale di Palermo si è aggiornato il 12 gennaio p.v. Una seconda udienza è già fissata il 21 marzo 2016 dal Tribunale di Avellino. Sappiamo bene come, su questa tematica, ci siano nella categoria sensibilità diverse ma vogliamo sottolineare come quella che stiamo conducendo sia, innanzitutto, una battaglia di principio tesa a ribadire che i diritti e le legittime aspettative vanno rispettate e le sentenze vanno applicate e non interpretate, così come, invece, ha fatto il Governo.
Sarà nostra cura aggiornarti sugli sviluppi.

La Legge di Stabilità 2016, all’esame del Parlamento, prevede di finanziare alcuni interventi solidaristici mediante una proroga del meccanismo di indicizzazione delle pensioni, applicato nel 2016 anche per gli anni 2017 e 2018: se venisse confermata, dal 1998 ad oggi, saremmo in presenza del sesto intervento modificativo in peius, che hanno già prodotto un perdita del potere d’acquisto tra il 15 e il 20%. Abbiamo presentato un apposito emendamento per abrogare le disposizioni in commento e che è stato dichiarato ammissibile: siamo impegnati, attraverso contatti parlamentari, perché compia fino in fondo il suo iter.

In questo quadro, già complesso e delicato, è tornato protagonista il Presidente Inps Boeri con il suo documento “Non per cassa ma per equità”: oltre sessanta pagine di idee e proposte di politica previdenziale, assistenziale e parafiscale. Tra le varie ipotesi, una riguarda “l’aggiustamento attuariale dei trattamenti pensionistici elevati”. Siamo in sostanza, in presenza dell’ennesima ipotesi redistributiva a carico di una ben individuata fascia di pensionati (280mila), sui quali il Prof. Boeri continua ad accanirsi, una sorta di ossessione contro le pensioni da lui ritenute “generose” in quanto liquidate con il sistema retributivo. Ovviamente dimentica di ricordare il carico fiscale che grava su queste pensioni; che questi trattamenti sono frutto di contributi regolarmente versati nel rispetto delle regole vigenti e che non è affatto detto che tutte le nostre pensioni, se venissero ricalcolate con il sistema contributivo, vedrebbero diminuire il loro importo. Il Prof. Boeri dimentica (ma sa benissimo) che le pensioni retributive sono il risultato di un sistema di calcolo con coefficienti di rendimento decrescenti con il crescere della retribuzione di riferimento e che, quindi, le pensioni che hanno avuto il maggior rendimento dal sistema retributivo sono quelle di importo più basso; che, infine, per i motivi già ricordati, queste pensioni hanno già dato e stanno dando attraverso contributi di solidarietà e blocchi di perequazione automatica. Il Prof. Boeri dimentica poi che la nostra Categoria, pur costituendo molto meno dell’1% del totale dei contribuenti Irpef, partecipa per oltre il 10% al gettito relativo.
Di fronte al “progetto Boeri” che è oggettivamente ben strutturato ai fini della creazione del consenso di massa, siamo chiamati ad aumentare il nostro impegno per realizzare una “operazione verità” su quello che siamo, rappresentiamo e tuteliamo; dobbiamo fare in modo si esca dalla logica pauperistica dimostrando che il futuro dei giovani non lo si garantisce chiedendo continui sacrifici ai pensionati, ma con investimenti orientati alla creazione di nuova occupazione, con la lotta all’evasione, alla corruzione ed al sommerso e separando, una volta per tutte, la previdenza dall’assistenza per fare chiarezza su quella che è veramente la spesa pensionistica. Dalle dichiarazioni rilasciate, il Governo sembrerebbe non condividere il documento Boeri, ma non viene meno il sospetto che possa essere in atto un gioco delle parti; una cosa è, comunque, certa: la previdenza sarà il tema con cui dovremo confrontarci nel corso del 2016. Significa grande impegno da parte di tutti i livelli dell’Organizzazione di rappresentanza categoriale; significa dibattere e proporre soluzioni che ci facciano uscire da questo stato di riforma permanente in campo previdenziale buono solo a creare incertezza, ansia sociale e sfiducia nelle istituzioni.

Restando a disposizione per ogni chiarimento che riterrai necessario, ti chiediamo di esserci vicino con i tuoi suggerimenti e, perché no, anche con le tue critiche: abbiamo bisogno di sentire la categoria vicina e coesa.

[Di grande interesse, e oggettivamente convergente con le azioni poste in essere dalla CIDA, è poi la sentenza con la quale il Tar del Lazio ha accolto l’istanza istruttoria presentata dai legali del Codacons e di oltre 4 mila ricorrenti. Il tribunale ha ordinato ai Ministeri dell'Economia e del Lavoro "di produrre in giudizio, ciascuno pro parte, una compiuta relazione dalla quale risultino le 'esigenze finanziarie' che non hanno consentito l'applicazione integrale della sentenza della Consulta, indicate nelle premesse del suddetto decreto legge n. 65/2015, e la documentazione tecnica attestante le attese maggiori entrate da parte dell'erario". Prossima udienza il 23 febbraio 2016. N. d. R.].

 


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