PEREQUAZIONE DELLE PENSIONI. INCOSTITUZIONALITA' DEL BLOCCO
di - 15 novembre 2013
La sezione Lavoro del Tribunale di Palermo con ordinanza del 6 novembre ha rimesso alla Corte Costituzionale la questione di legittimità costituzionale delle norme volute dal Governo Monti nella parte in cui hanno decretato il blocco della perequazione automatica delle pensioni superiori a tre volte il minimo INPS. Il Tribunale di Palermo ha quindi condiviso i gravi sospetti di incostituzionalità che, in relazione agli 3, 36 e 38 della Costituzione, erano a base del ricorso, depositato lo scorso 27 giugno 2013, per garantire l’adeguamento dei trattamenti pensionistici alle variazioni del costo della vita. Ora toccherà alla Corte Costituzionale la valutazione in merito alla incostituzionalità del provvedimento in esame. Il ricorso è stato promosso da due organizzazioni sindacali aderenti, come il SAUR, alla CIDA: la Federmanager e Manageritalia. In attesa del pronunciamento della Consulta si segnala che nei primi mesi del prossimo anno sono fissate anche le udienze per le altre iniziative giudiziarie “pilota” promosse sulla medesima questione presso i Tribunali di Avellino, Terni, Vicenza e Modena. Continua incessantemente la nostra azione nei confronti delle istituzioni e della politica per evitare l’annunciato ulteriore blocco della perequazione automatica per l’anno 2014. Questa sentenza è un monito al Governo, che sta per imboccare la via del prelievo sulle pensioni già bocciato dalla Consulta con la sentenza 116/2013 e del diniego della perequazione delle pensioni superiori ai 3000 euro lordi (circa 1800 netti) mensili. Per lottare contro chi da mesi dichiara di voler risanare i bilanci pubblici a spese di coloro che hanno pagato tasse e contributi durante una vita di lavoro, e addita all’ira popolare presunti “pensionati d’oro” che percepiscono invece soltanto un trattamento appena dignitoso e in ogni caso interamente pagato con decenni di trattenute stipendiali, è necessario che i colleghi in quiescenza approfittino della possibilità di reiscriversi al SAUR da pensionati pagando soltanto il 3 per mille. E’ poi necessario spiegare a tutti che queste manovre servono a occultare le vere cause del tracollo economico dell’Italia: sprechi, ruberie, costi della politica, rinuncia a incassare evasioni accertate e a tassare attività che pur si svolgono sotto gli occhi di tutti. Si chiarisce anche che i politici non saranno toccati dai tagli delle pensioni, perché loro hanno il “vitalizio” non la pensione; e questo, guadagnato spesso in pochissimi anni, rimarrà, questo sì, d’oro. Queste azioni ovviamente riguardano anche i colleghi in servizio che solo così vedono tutelate le loro legittime attese.
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