Istanza del SAUR sui ricercatori ex lege 449/1997
di - 25 novembre 2015
Al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Sen. Stefania Giannini
Al Presidente del CUN Prof. Andrea Lenzi
Al Presidente della CRUI Prof. Gaetano Manfredi
e p.c. ai membri delle Commissioni Istruzione e Cultura delle due Camere
Oggetto: questioni connesse all’Abilitazione Scientifica Nazionale
Fra i ricercatori universitari a tempo determinato ex lege 449/1997 ve ne sono alcuni che, dopo aver portato a termine i primi tre anni di contratto, non hanno ottenuto, per svariati motivi ma comunque non per loro demerito, il rinnovo per i successivi tre anni (3 + 3, secondo quanto prevedeva la legge suddetta). Questi studiosi non sono più giovani e, ben oltre la soglia dei quarant’anni e con famiglia a carico, si trovano in condizioni che sfiorano l’indigenza. Nei concorsi sono pure danneggiati dal fatto che, a parità di merito, viene decretata la vittoria del candidato più giovane, per cui si vedono scavalcati da colleghi di età inferiore che spesso non hanno certo maturato la loro stessa formazione scientifica né la loro stessa esperienza didattica. Il SAUR chiede che a questi studiosi venga riservata una corsia preferenziale nelle successive tornate di Abilitazione Scientifica Nazionale. Sarebbe privo di ogni giustificazione, anche economica, un Ministero che, dopo aver pensato di vuotare le graduatorie permanenti del settore scuola con assunzioni di 100-150 mila docenti, si rifiutasse di farsi carico di pochi ricercatori che si trovano nella condizione suddetta. Si pensi, inoltre, che quando gli insegnanti del settore scuola effettuano supplenze sono normalmente pagati (stipendio + contributi). I docenti a contratto sono pagati circa 1400 euro lordi (da cui si debbono detrarre i contributi INPS, nonché l’IRPEF e l’assicurazione) per un insegnamento semestrale di 28-30 ore (non parliamo dei laboratori), che gli Atenei pagano anche con un anno di ritardo. Non è dignitoso che l’Università italiana versi in queste condizioni. Non è concepibile che un corso universitario sia pagato così poco. E non è tutto: allorché questi precari universitari esaminano gli studenti per conto dei professori (di regola, nelle sessioni d’esame i precari esaminano gli studenti per giornate intere), percepiscono, se e quando sono pagati (non tutti gli Atenei pagano), anche solo 9 euro lordi all’ora. Una domestica è pagata molto meglio! Il SAUR auspica dunque che anche al settore universitario si possano applicare i princìpi che sono stati applicati al settore scuola. Non si può dubitare che quella dei docenti universitari che versano nelle condizioni suddette sia un’autentica vocazione: diversamente non avrebbero sacrificato all’Accademia affetti e opportunità di altro genere, oltre che gli anni migliori della loro vita, e non avrebbero sopportato l’indigenza e le umiliazioni a cui proprio in tali anni sono stati sottoposti, a cominciare dall’indecorosa retribuzione dei loro corsi, che, come ognuno vede, è assolutamente insufficiente al loro mantenimento. Se attualmente codesto Ministero è restio a bandire nuove tornate abilitanti anche per le difficoltà, sperimentate in questi mesi e anni dal nostro sistema universitario, di offrire congrua sistemazione ai docenti e agli studiosi idoneati nelle tornate precedenti, il SAUR dichiara la sua piena disponibilità ad incontri, nonché ad ogni forma di collaborazione finalizzata a dare il proprio contributo di idee e a individuare misure concrete per venire incontro alle legittime aspettative di molti colleghi meritevoli e per sbloccare una situazione che rischia ormai di determinare una vera e propria paralisi dell’Università italiana.
Con osservanza.
Prof. Dario Sacchi Segretario generale del SAUR
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