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 il S.A.U.R. aderisce alla CIDA - Manager e alte professionalità per l'Italia

Anno 30 - 5 aprile 2018 


Il lupo perde il pelo ma non il vizio: nuovo tentativo di scipparci gli scatti biennali

di - 4 luglio 2008

Ci stanno riprovando. Dopo il fallimento del tentativo di dimezzarci gli scatti stipendiali esperito dal governo Prodi nella finanziaria del 2007 – un fallimento dovuto anche e soprattutto alla tempestiva mobilitazione della categoria, che non fece mancare le sue adesioni a un appello del SAUR analogo a quello che non a caso il nostro Sindacato sta nuovamente lanciando in questi giorni –, ecco che la nostra ineffabile classe politica è tornata alla carica: con il nuovo governo e con la nuova maggioranza è toccato all’attuale ministro dell’Economia e delle Finanze Giulio Tremonti il … disonore di ordire una nuova congiura ai danni dei professori e dei ricercatori universitari, racchiusa nell’art. 69 del Decreto Legge che da lui ha preso il nome. Riproduciamo qui di seguito il testo dell’appello che abbiamo già inviato per posta elettronica non solo agli iscritti e ai lettori del SAUR ma anche a moltissimi colleghi di tutte le sedi e di tutte le facoltà universitarie d’Italia, e che naturalmente vi invitiamo caldamente a sottoscrivere se già non lo avete fatto. Al riguardo non sapremmo trovare parole migliori di quelle, estremamente lucide, con le quali una collega di un ateneo dell'Italia centrale ha voluto accompagnare la propria adesione alla nostra iniziativa: ritengo il suddetto art. 69, ella ha scritto, "vergognoso e destinato ad abbattere il prestigio dello studio e della ricerca nel Paese e gravemente lesivo della dignità dei docenti".


 


Cari colleghi,


il Decreto Legge 25 giugno 2008 prevede nell’art. 69 la sostituzione degli attuali aumenti di stipendio biennali con aumenti triennali della stessa misura. Questo significa decurtare tali aumenti del 33%.


Tutti sappiamo (1) che l’aumento periodico non è una regalia ma corrisponde a un incremento di professionalità legato a maggiore esperienza,  (2) che si tratta dell’unico tipo di sviluppo di carriera della nostra categoria e (3) che da circa vent’anni siamo stati esclusi da miglioramenti economici, a parte il misero incremento annuale calcolato sulla media degli aumenti dati agli altri nell’anno precedente, quindi liquidato con quasi due anni di ritardo; incremento peraltro ridotto da un provvedimento del precedente governo.


Poiché il Decreto è stato presentato alla Camera dei Deputati per la conversione in Legge ho predisposto un appello da mandare al Presidente del Consiglio e ai Presidenti dei due rami del Parlamento affinché la norma in questione sia cassata.


Vi chiedo, se lo condividete, di mandare un messaggio di adesione a


ilsaur@saur.it


basta scrivere: aderisco all’appello contro l’art. 69 del Decreto Legge 25 giugno 2008


e indicare nome cognome e ateneo di appartenenza.


L’indirizzo in questione è del SAUR, Sindacato Autonomo Università e Ricerca, aderente alla Confedir, ma l’adesione all’appello con significa in alcun modo iscrizione al Sindacato, il quale si impegna a usare le adesioni solo per presentarle ai destinatari sopra indicati e a usare i vostri indirizzi solo per informarvi dell’esito.


Vi chiedo pure di inoltrare questa mia lettera a tutti gli indirizzi di colleghi in vostro possesso, in modo da raggiungerne il più ampio numero possibile in breve tempo: il procedimento di conversione è già iniziato!


Se volete usare l’appello in altra forma per raggiungere l’obiettivo di bloccare questa “rapina” fatelo pure.


Cordialità


Giorgio Baroni


 


APPELLO


Al Presidente del Consiglio


Al Presidente della Camera dei Deputati


Al Presidente del Senato


 


L’art. 69 del Decreto Legge 25 giugno 2008 n.112 prevede un taglio del 33% degli incrementi stipendiali dei professori e dei ricercatori universitari, i cui stipendi non sono aggiornati da anni, sono decisamente più bassi di quelli dei colleghi francesi o inglesi o tedeschi o americani, inadeguati ad attrarre cervelli nelle Università italiane. Basti pensare che un ricercatore a tempo pieno parte da uno stipendio netto di circa 1250 € al mese e un professore di prima fascia a tempo pieno da 2500!


Non si tratta certo di privilegiati da ridimensionare, ma di famiglie in difficoltà a tirare la fine del mese.


Chiedo che, nella conversione in legge di questo Decreto, tale norma sia stralciata e che quanto prima il Parlamento (unico preposto a un trattamento economico regolato per legge) provveda ad adeguare queste retribuzioni alla qualità e alla quantità del lavoro svolto.


 


 


 


Ecco il testo da cassare:


 


Art. 69


 (Progressione triennale)


 


1. A decorrere dal 1° gennaio 2009 la progressione economica degli stipendi prevista dagli ordinamenti di appartenenza per le categorie di personale di cui all’articolo 3 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, si sviluppa in classi ed aumenti periodici triennali con effetto sugli automatismi biennali in corso di maturazione al 1° gennaio 2009 ferme restando le misure percentuali in vigore.


2.  In relazione ai risparmi relativi al sistema universitario, valutati in 40 milioni di euro per l’anno 2009, in 80 milioni di euro per l’anno 2010, in 80 milioni di euro per l’anno 2011, in 120 milioni di euro per l’anno 2012 e in 160 milioni di euro a decorrere dall’anno 2013, il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, tenuto conto dell’articolazione del sistema universitario e della distribuzione del personale interessato, definisce, d’intesa con il Ministero dell’economia e delle finanze le modalità di versamento, da parte delle singole università delle relative risorse con imputazione al capo X, capitolo 2368 dello stato di previsione delle entrate del Bilancio dello Stato, assicurando le necessarie attività di monitoraggio.


 


 


 


 



 


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